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Presepe di Cuciniello
Presepe del Banco di Napoli
Personaggi-Pastori
Vendita dei pastori

CITAZIONI

"Ecco il momento di accennare ad un altro svago che è caratteristico dei napoletani, il Presepe […]; si costruisce un leggero palchetto a forma di capanna, tutto adorno di alberi e di alberelli sempre verdi; e là ci si mette la Madonna, il Bambino Gesù e tutti i personaggi, compresi quelli che si librano in aria, sontuosamente vestiti per la festa […]. Ma ciò che conferisce a tutto lo spettacolo una nota di grazia incomparabile è lo sfondo, in cui s’incornicia il Vesuvio coi suoi dintorni"
– J.W. Goethe, Viaggio in Italia, 1787
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"A suo dire l’umanità si divideva in due grandi gruppi nemici fra loro: i presepisti e gli alberisti. È una suddivisione così importante che dovrebbe comparire sui documenti di identità, né più né meno di come appare il sesso e il gruppo sanguigno. Altrimenti può accadere che un disgraziato scopre, solo a matrimonio avvenuto, di essersi unito ad un essere umano di tendenze natalizie diverse”
- Luciano De Crescenzo, Così parlò Bellavista, 1984
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"Questo lo dici perché vuoi fare il giovane moderno che non ci piace il Presepio…. Il superuomo. Il presepio che è una cosa commovente, che piace a tutti quanti…"
- Eduardo de Filippo, Natale in casa Cupiello, 1959

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IL PRESEPIO NAPOLETANO...

Tradizione , artigianato e religione

Il presepe napoletano è una rappresentazione della nascita di Gesù ambientata tradizionalmente nella Napoli del Settecento.

L'arte presepiale napoletana si è mantenuta tutt'oggi inalterata per secoli, divenendo parte delle tradizioni natalizie più consolidate e seguite della città.

 

Famosa a Napoli, infatti, è la nota via dei presepi (via san Gregorio Armeno) che offre una vetrina di tutto l'artigianato locale riguardante il presepe. Inoltre, numerosi sono i musei cittadini e non (come il museo di San Martino o la reggia di Caserta) nei quali sono esposti storici pezzi o intere scene che ambientati durante la nascita di Gesù.

Il presepe napoletano, detto “o’ Presebbio”, è una vera e propria tradizione, tramandata di generazione in generazione. Oltre ad essere un simbolo religioso, è un inno all’artigianalità del capoluogo campano.

 

Per questo motivo è amato anche dalle famiglie poco osservanti o addirittura laiche. Il presepe napoletano è infatti il luogo dove sacro e profano, spiritualità e vita quotidiana si incontrano e si fondono.

Il termine “presepe” deriva dal latino praesepe o praesepium, che significa mangiatoia. Il primo riferimento documentario di un presepe napoletano risale al 1025, e raffigura la classica scena cristiana della Natività, con il bambino nella mangiatoia, appunto, la Madonna, San Giuseppe, l’asinello e il bue.

 

Solo nel ‘600 il presepe napoletano comincia ad ampliarsi, introducendo anche scene di vita quotidiana. Ed ecco quindi apparire le statuette delle popolane, i pastori, i venditori di frutta e verdura.
Questa novità piace agli artigiani locali, i quali subito si sbizzarriscono, dando vita a figure di vario tipo, fino a raggiungere l’apice: il presepe napoletano vive il suo periodo d’oro nel ‘700. Questo divenne quindi il modello, sul quale si andarono poi, negli anni successivi, ad inserire ulteriori novità.

 

Costruire il presepe napoletano è un vero e proprio rito. Si inizia in genere l’8 dicembre, tirando fuori dal ripostiglio la “base”, costruita da uno scheletro in sughero e in cartone poggiato su una tavola di legno. Poi si convoca una sorta di “riunione familiare”, nella quale si discute l’eventuale ampliamento annuale. Una volta decisi gli interventi da realizzare, si esce a caccia “del pezzo prescelto”.

 

Il presepe napoletano può essere realizzato in alcuni giorni o anche in tutto il periodo natalizio; l’importante è non inserire il bambinello prima dello scoccare della mezzanotte di Natale.

PERSONAGGI TIPICI

Personaggi tipici del presepio napoletano sono:

  • Benino o Benito, pastorello che dorme beato e che si immagina dia origine al presepe sognando; corrisponde al bolognese Dormiglione e al siciliano Susi Pasturi;

  • il vinaio, che ricorda l'Eucarestia;

  • Cicci Bacco retaggio dell'antica divinità pagana, Bacco, dio del vino;

  • il pescatore ricorda simbolicamente San Pietro, pescatore di anime;

  • zi' Vicienzo e zi' Pascale, compari, sono la personificazione del Carnevale e della Morte;

  • il monaco, simbolo di un'unione tra sacro e profano che si realizza nel presepe napoletano;

  • la zingara, giovane donna, con vesti rotte ma appariscenti, che prevedendo il futuro, predice la passione di Gesù;

  • Stefania, una giovane che, quando nacque il Redentore, si incamminò verso la Natività per adorarlo e riuscì nel suo intento solo grazie al suo ingegno e ad un intervento miracoloso;

  • la meretrice, contrapposta alla purezza della Vergine, si colloca nelle vicinanze dell'osteria;

  • i venditori sono almeno dodici, e rappresentano i mesi dell'anno: Gennaio macellaio o salumiere; Febbraio venditore di ricotta e formaggio; Marzo pollivendolo e venditore di uccelli; Aprile venditore di uova; Maggio rappresentato da una coppia di sposi recanti un cesto di ciliegie e di frutta; Giugno panettiere o farinaro; Luglio venditore di pomodori; Agosto venditore di cocomeri; Settembre venditore di fichi o seminatore; Ottobre vinaio o cacciatore; Novembre venditore di castagne; Dicembre pescivendolo o pescatore.

Tra i più interessanti presepi napoletani si ricordano: il presepio Cuciniello, al Museo nazionale di San Martino che sicuramente gareggia nel primato di miglior presepe napoletano con il Presepe del Banco di Napoli, più conosciuto come “il presepe del Re” conservato a palazzo Reale a Napoli. In tutto il mondo, però sono conservati ed esposti nei vari musei antichi presepi napoletani; tra questi si ricordano quello del Museo nazionale bavarese di Monaco di Baviera, quello del Museo di Arte sacra di San Paolo del Brasile, quello del Metropolitan museum di New York e quello del Museo delle Belle Arti di Rouen.

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