

Sito di
Cultura
Viaggi e
Tradizioni


IL CORNETTO PORTAFORTUNA, "O'CURNICIELLO" IL POTENTE TALISMANO MADE IN NAPOLI
​
Il corno portafortuna (‘o curniciello) per i napoletani è l’oggetto scaramantico per eccellenza. Piccoli feticci che un tempo si credeva proteggessero dal malocchio, ora adoperati, più o meno consapevolmente, per ottenere fortuna al gioco del lotto o come talismani per avere successo negli affari.
​
Attenzione, il cornicello per portare fortuna deve essere fatto rigorosamente a mano e di colore rosso. Rosso per la potenza legata alla vivacità del colore; fatto a mano dato che il fabbricante rilascia le sue influenze positive sul simbolo che va a creare. Inoltre si pensa che per adempiere alla sua funzione scaramantica, il corno deve avere una serie di specifiche caratteristiche : “Tuosto, stuorto e cu ‘a ponta”, rigido, storto e con la punta.
Per potere fare effetto, però, sempre secondo la superstizione popolare, il cornicello deve essere stato ricevuto in dono. Per riceverne gli effetti benefici quindi, l’oggetto apotropaico non va comprato.
​
E ancora, sempre a voler dar retta alla tradizione, il corno portafortuna deve essere fatto di corallo, una pietra preziosa che ha il potere di scongiurare il malaugurio e proteggere le donne incinte. Ed è con questo materiale, pescato sui fondali del Mediterraneo, che le botteghe dei maestri corallai del Vesuviano hanno saputo forgiare, nel corso dei secoli, altri piccoli ciondoli a forma di Ippocampo e rametti rossi lucidati. Prezioso dono del regno animale, il corallo, con il suo fascino e la sua eleganza, oltre al suo tradizionale valore di portafortuna, ha sedotto intere popolazioni dall’età preistorica ai giorni d’oggi.
La simbologia del corno è diffusa in tutte le civiltà e culture, da quella ebraica e cristiana a quella sumera, da quella indù e cinese a quella degli sciamani (stregoni) siberiani.
La convinzione che il cornetto rosso porti fortuna risale all’epoca preistorica, quando l’uomo primitivo associava la potenza fisica degli animali alla grandezza delle loro corna. Per secoli, insigni condottieri (tra essi Alessandro Magno) si fecero raffigurare con questi ornamenti sul capo, poiché le corna erano ritenute sia emblema di potere che di appartenenza e discendenza divina. La gente comune, assoggettata ed ammaliata da tali guerrieri investiti di potenza pseudo-divina, iniziò a costruirsi piccoli amuleti a forma di corna o di unico corno, fabbricandoli con materiali poveri quali il legno o la terracotta.
STORIA
Per scoprire le origini del famigerato corno napoletano oggetto e simbolo della tradizione partenopea, bisogna tornare indietro al 3500 a.C. A quell’epoca infatti, gli abitanti delle capanne erano soliti appendere corna di animali alla loro porta, simbolo di buon auspicio, potenza e fertilità. A quei tempi alla fertilità corrispondeva la fortuna dato che più un popolo è fertile, più è prospero, e di conseguenza fortunato.
Presso i popoli antichi poi, elmi o simboli di corna, venivano associati alla potenza di un individuo, in quanto animali possenti quali toro, elefante o cervo, si sentono forti grazie alle loro corna. In Italia invece al corno veniva associata una simbologia fallica. In epoca romana, possedere una statuina con un elemento “lungo e affusolato”, portava prosperità, abbondanza e benessere all’intera famiglia e generazioni future.
Vari simboli fallici, molto vicini nella forma al famoso “curniciello” sono stati rinvenuti anche negli scavi di Pompei e Ercolano. Nel medioevo il cornetto aveva addirittura virtù magiche e esoteriche, al punto che chi lo possedeva, aveva la forza di allontanare le potenze maligne. A Napoli ritroviamo, già da prima di Cristo, veri e propri artigiani del “corno”. Una tradizione tramandata da generazioni e che continua fino ai giorni nostri. In merito alle virtù magiche… Nessuno però, si suppone, può davvero garantirle.
